Cantami, o Zillah, del divin Caino
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli uomini, molte anzi tempo al diavolo
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Lilith
l'alto consiglio s'adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' santi e il divo traditor.
E qual de' numi inimicolli? Il figlio
di Adamo e di Eva. Irato Arcangelo
destò quel Dio ed in terra feral morbo,
che la gente perìa rimanendo in vita
che fece a noi suoi figli oltraggio.
Degli arcangeli era Mikael alle veloci
prore venuto a riscattar giustizia
con molto prezzo. In man la spada avea,
aureo scettro dell'arciero Dio il servo:
e ad il traditor chiedendo pentimento
altri due supremi condottieri di quello:
O Raffaele, ei disse, o costernato Uriele,
gl'immortali infernal abitatori
concedongli di viver su la Prïameia
cittade, nell'ombra della tenebra reclusi.

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